L’impiego di condotte sottomarine interessa oramai le più svariate applicazioni ingegneristiche, e stanno trovando grande sviluppo soprattutto nel campo degli oleogasdotti per l’utilizzazione di giacimenti offshore ma anche nel campo idraulico ad esempio per la realizzazione di acquedotti per l’alimentazione idrico potabile delle isole, per la realizzazione delle tratte a mare degli emissari effluenti dagli impianti di depurazione o per le realizzazioni di varianti di tracciati sulle litoranee per le zone fortemente popolate.
Con le moderne tecnologie le condotte sottomarine possono essere realizzate sia in acque convenzionali, cioè tratti di mare con profondità fino a 500 m, sia in acque profonde (oltre 500 m).
Il materiale maggiormente utilizzato per le condotte sottomarine è l’acciaio, che ha il pregio di avere un peso specifico notevole e di garantire una buona resistenza al traino, pur essendo notevolmente sensibile alla corrosione.
Pertanto, per garantire la durabilità di questo materiale è necessario dotare la condotta di acciaio di un efficiente sistema di protezione catodica tramite anodo sacrificale.
Rispetto alle tubazioni utilizzate per la posa in terra, quelle per condotte sottomarine, a causa delle pressioni esterne e delle sollecitazioni flessionali in fase di posa devono essere realizzate con acciai dotati di elevate resistenze meccaniche.
Per l’immissione in mare di acque reflue depurate sono frequentemente utilizzati oltre l’acciaio anche la ghisa, i materiali plastici, il poliestere rinforzato con fibra di vetro e quelli cementizi.
Maggiori informazioni: http://www.heatexchanging.it