La Commissione europea ha presentato un piano d’azione per produrre più energia rinnovabile dai mari e dagli oceani d’Europa.
L’obiettivo è promuovere il settore emergente della cosiddetta ‘energia blu’, che comprende le tecnologie che sfruttano l’energia maremotrice e le variazioni nelle temperature dell’acqua – riunendo le conoscenze e competenze disponibili in un nuovo forum sull’energia oceanica.
Le risorse energetiche oceaniche disponibili a livello mondiale superano il nostro fabbisogno energetico attuale e futuro. Esse potrebbero essere raccolte in molte forme, ad esempio attraverso l’energia del moto ondoso e l’energia mareomotrice. Lo sfruttamento dell’energia oceanica faciliterebbe la conversione dell’UE verso un’economia a bassa emissione di carbonio e, riducendo la sua dipendenza dai combustibili fossili, migliorerebbe la sicurezza energetica. L’energia oceanica potrebbe inoltre contribuire a bilanciare la produzione di energia proveniente da altre fonti rinnovabili, quali l’energia eolica e l’energia solare, per garantire un approvvigionamento globale costante della rete con energie rinnovabili. L’energia oceanica offre inoltre il potenziale per la creazione di nuovi posti di lavoro, altamente qualificati, in particolare nelle zone costiere dell’Europa spesso caratterizzate da elevati tassi di disoccupazione.
Nonostante il suo incontestabile potenziale, questo nuovo promettente settore si trova confrontato a una serie di sfide da superare per riuscire a produrre benefici significativi in termini economici e ambientali e divenire competitivo rispetto alle altre modalità di produzione di energia elettrica: i costi tecnologici sono elevati e l’accesso ai finanziamenti risulta difficile; sussistono notevoli ostacoli infrastrutturali, tra cui i problemi di collegamento alla rete o l’accesso ad adeguate strutture portuali e a navi specializzate; esistono barriere amministrative, tra cui complesse procedure di autorizzazione e di licenza, che possono ritardare i progetti e aumentare i costi; esistono infine problemi ambientali, tra cui la necessità di intensificare la ricerca e di disporre di migliori informazioni sugli impatti ambientali.