Sono presenti numerose risorse di energia rinnovabile e sta diventando molto difficile identificare la più green. Il parere degli scienziati, ricercatori e imprenditori provenienti da Stati Uniti, Giappone, Cina e Europa è quello che la soluzione migliore sarebbe andare dove il sole non tramonta mai: lo spazio.
Quest’idea è stata sviluppata nel corso degli anni ’70, è stata ripetutamente rivisitata e abbandonata perché il progetto risultava difficile da realizzare, solo con l’avvento di satelliti di serie molto piccoli e razzi vettori riutilizzabili si sono concretizzate le possibilità per poter fare dell’energia solare dello spazio una realtà.
Ci sono molte idee su come costruire un sistema di captazione di energia solare con sede nello spazio ma l’idea di base è strutturata in questo modo: lanciare e assemblare i diversi moduli, di diverse misure, in orbita geostazionaria, una parte comprenderà specchi per riflettere e concentrare la luce solare sui pannelli solari che convertono l’energia in elettricità.
I convertitori trasformano l’elettricità in microonde a bassa intensità che sono teletrasportate in larghi e circolari ricevitori posizionati a terra. Queste antenne riconvertono le microonde di nuovo in elettricità, della tipologia che può essere immessa nella rete esistente.
Le due strutture fondamentali richieste per lavorare nello spazio per il collettore solare sono, primo, amplificatori a stato solido di potenza che convertono in modo efficiente l’elettricità, dalla luce solare raccolta in onde a radiofrequenza, e ricevitori a terra che ri-convertono le onde a radiofrequenza di nuovo in energia elettrica.
Per maggiori informazioni: http://www.sesino.it/